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autore
brano
 
Cicerone
I doveri, III, 60
 
originale
 
[60] Stomachari Canius, sed quid faceret? Nondum enim C. Aquilius, collega et familiaris meus, protulerat de dolo malo formulas; in quibus ipsis, cum ex eo quaereretur, quid esset dolus malus, respondebat, cum esset aliud simulatum, aliud actum. Hoc quidem sane luculente, ut ab homine perito definiendi. Ergo et Pythius et omnes aliud agentes, aliud simulantes perfidi, improbi, malitiosi. Nullum igitur eorum factum potest utile esse, cum sit tot vitiis inquinatum.
 
traduzione
 
60. Canio mont? in bestia, ma che avrebbe potuto fare? A quel tempo Gaio Aquilio, mio amico e collega, non aveva ancora proposto le norme relative alla frode, in cui, essendogli chiesto che cosa fosse la frode, rispondeva che essa si verifica quando si finge una cosa e se ne fa un'altra. Una definizione magnifica, com'? naturale in un uomo esperto in definizioni. Cos? sia Pizio che tutti coloro, i quali fanno una cosa e ne simulano un'altra, sono perfidi, malvagi, maligni. Nessuna loro azione pu? risultare utile dal momento che ? viziata da tanti difetti.
 

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